Ci vuole proprio. Se non ci fosse stata, ne avremmo patito la mancanza. Un giorno per i santi senza aureola; una festa che raccoglie ed abbraccia gli anonimi. I senza nome o senza volto davanti agli uomini, ma non al cuore di Dio.
Primo novembre, festa di Tutti i Santi. Chi sono questi? Né eroi, né supereroi. Persone dalla vita non sensazionale, non eclatante, non sbalorditiva.
Persone comuni, uomini e donne come me e come te…
Chissà quanti ne abbiamo incontrati, di questi; sfiorati, sugli autobus pieni zeppi o agli incroci delle strade, oppure sul pianerottolo mentre scendevamo le scale di casa. E ci sarà sembrato perfino che non avessero nulla di interessante o di particolare… li avremmo magari “bollati” come persone comuni, poco significanti o poco interessanti. Sì, perché generalmente dei santi ci si accorge sempre… un attimo dopo che sono andati via.
I santi… Ce ne sono ancora oggi molti in circolazione, ma come fare per accorgercene?
Occorre attivare delle diottrie particolari: le diottrie del cuore.
I santi del primo novembre non sono quelli delle nicchie nelle chiese, né dei santini con i bordi dorati. Sono quelli che hanno semplicemente, profondamente vissuto il verbo amare, portandolo e coniugandolo in quelle situazioni estremamente ordinarie, feriali, al limite del consueto e del banale, di cui la loro vita è stata per la maggior parte intessuta: è solo l’amore, diceva S. Agostino, che distingue i santi da quelli che non lo sono.
Dunque, di per sé non sono le grandi imprese, e neppure i miracoli eclatanti; nemmeno i gesti di generosità estrema a fare la differenza. C’è un criterio tutto capovolto rispetto ai canoni dell’auditel o della visualizzazione che ci portiamo in testa. Il criterio dell’amore infatti è un criterio interiore. Ma sappiamo riconoscere quando nella vita c’è questo “pizzico di sapore” tutto speciale, e quando invece manca. Quando veniamo amati, si accende in noi vita; colore; sorriso; gratuità. Allora la stanchezza non riesce a renderci suoi prigionieri, e nemmeno la tristezza, sempre dietro l’angolo a braccarci, a voler bloccare il nostro passo e ridurre lo slancio del nostro andare.
Se ricevi amore, questo diventa in te una spinta per ridonarlo a tua volta.
Così nel mondo si genera una corrente di vita…
E lo sappiamo bene: a volte basta ricevere un sorriso buono per rimetterci in pista e in cammino.
Il sorriso buono di Dio, sempre incoraggiante, sempre comunicativo di vita, ha costituito il segreto dei “santi anonimi” del primo novembre: forti di quel sorriso, percepito su di sé come un abbraccio avvolgente e certo, hanno saputo fare le cose minime, elementari del vivere, impreziosendole del sale dell’amore. E tutto ha preso gusto, intorno a loro.
Dei santi abbiamo bisogno, come dell’aria che respiriamo. Sono quelle “isole ecologiche”che garantiscono “ossigeno” per tutti: l’egoismo, la violenza, la solitudine o l’isolamento infatti tolgono il respiro, inquinano l’aria e le relazioni. I santi sono quei “microclimi” che rendono possibile un habitat diverso: l’habitat della speranza, della fiducia, della prossimità.
Un antico libro, custode della memoria di santità lasciata dai monaci agostiniani di Lecceto, definisce così i santi:
“I santi sono cieli portatili, che imparadisano ogni luogo che calcano”.
(Da Sacra leccetana selva).
Ma la festa del primo novembre ha ancora un’altra parola da dirci: quei santi non sono solo da commemorare, da pensare, da ricordare… quei santi… siamo anche noi, siamo proprio noi!
Sì, è così: la corrente di amore di Dio, che ci ha pensati e voluti da sempre, col battesimo mette in noi un sigillo particolare: siamo figli amati, prediletti. E questa sua predilezione è la nostra santità. Che bellezza!
Allora chiediamo ai “santi anonimi” del primo novembre che ci siano compagni di cammino e che ci aiutino, perché anche di noi si possa dire che, nel feriale svolgersi dei giorni, abbiamo sparso un po’ di profumo di paradiso.
Profumo di vita e di amore.
(Foto: Marco Grosso, Croce-via del Tempo)
Commenti(6)
Carmelina Graziano dice
31 Ottobre 2017 alle 10:26La lettura di queste righe fatta di buon mattino sono quella ricarica necessaria, ci fa ben sperare che anche noi nel nostro piccolo abbiamo il nostro peso e possiamo trasmettere ad altri il beneficio dell’amore ricevuto.
Giuseppe Maringolo dice
31 Ottobre 2017 alle 12:16Pensieri che diventano catechesi per noi comuni mortali in cerca di una identità…unica che solo lo Spirito Santo può dettare se lo si cerca lo si prega lo si implora.
Grazie sorelle in Gesù.
Carla Tucci dice
31 Ottobre 2017 alle 12:16Questo testo mi ha illuminato e confortato.
La corrente di amore di Dio , che con il battesimo ci ha reso figli amati e prediletti,è come un seme di santità che dobbiamo coltivare e far germogliare nel nostro cammino terreno .
Cinzia dice
31 Ottobre 2017 alle 13:55Un carisma che si diffonde da Lecceto, a Rossano, al mondo: e rende contemporanea la santita’, attuale l’inattuale, sacro il quotidiano….perche’ pensato da Dio.
Grazie di cuore di questi pensieri di Bene
francesco dice
31 Ottobre 2017 alle 21:19Meditazione stupenda e meravigliosa, di grande consolazione ed autentica semplicità. Grazie di cuore per l’aiuto prezioso nel cammino quotidiano. Con affetto e gratitudine francesco e Gabriella
Nadia tieghi dice
1 Novembre 2017 alle 23:55Grazie per le vostre parole che ci coinvolgono per la loro semplicità e profondità. La meditazione arriva diretta al cuore con leggerezza. Senti di averne bisogno perché io e tanti altri ogni giorno percepiamo il desiderio spiritualità per dare un senso al nostro esistere.