Nel suo modo di vivere il tempo, anche la Chiesa conosce un lunedì molto lunedì: è il lunedì che segue l’intero periodo natalizio, il quale non si conclude, come tanti pensano, con l’Epifania, ma con la Festa del Battesimo del Signore, celebrata ieri.
Questo è il primo lunedì di quello che la Chiesa chiama Tempo Ordinario. Un lunedì molto, anzi particolarmente ordinario.
Chi ha dimestichezza col ricamo sa bene che, perché il disegno riesca bello, di valore e di pregio, occorre che i punti siano il più possibile uno uguale all’altro, tutti ben allineati, ben disposti, in un’esecuzione uniforme, ordinata. L’ordito di un ricamo, con quel su e giù dell’ago che passa da una parte all’altra della stoffa seguendo un esatto conteggio di fili, si chiama così perché esige un ordine, una sistemazione armonica data proprio dal ripetersi uguale e preciso di ogni punto.
Tempo ordinario. Tempo prezioso, che ci consegna un messaggio importante: ogni tempo è di serie A, e guai se mancasse un giorno, fosse pure un lunedì, nella trama della nostra vita: avremmo dei vuoti di senso, come punti mancanti di un disegno al ricamo. Molto spesso noi riteniamo che il tempo sia significativo se sono significative le cose che si fanno nel suo svolgersi: ci sembra di vivere davvero solo quando corriamo, sempre ad acceleratore premuto, da un impegno all’altro. Il tempo ordinario restituisce dignità al quotidiano, ci ricorda che non esistono i “tempi morti”, ci invita a sostare nel tempo, senza morderlo, senza correrlo solamente.
Ebbene, in questo lunedì, 13 gennaio dell’anno del Signore 2020, la Chiesa si inserisce nell’ordito del tempo fatto di trame di per sé molto ordinarie, con una preghiera che è qualcosa di straordinario:
Ispira le nostre azioni, Signore,
e accompagnale con il tuo aiuto,
perché ogni nostra attività
abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento.
Ispira, Signore, le nostre azioni: perché noi invece molto spesso le buttiamo lì, senza tanto pensarle, senza tanto metterle in connessione con te. Quanta differenza passa tra un fare improvvisato, oppure meccanicamente ripetuto, o solamente frutto di una nostra personale preparazione, e invece un fare ispirato, cioè un fare che abbia nella sua origine un aggancio con lo Spirito del Signore.
Ispira, Signore: vieni a dare respiro, slancio, profondità e direzione alle nostre azioni.
E accompagnale con il tuo aiuto: anche le azioni che partono nella maniera più promettente, le più ispirate, se lasciate a noi stessi, alle sole nostre forze/capacità, rischiano di lasciare il tempo che trovano. In questa preghiera noi impariamo a chiedere al Signore che il suo aiuto si dipani nel corso del nostro agire e si faccia compagnia per noi. Che bello, poter unire il nostro operare, anche il più umile, semplice e meno appariscente, alla presenza costante e provvidente di Dio.
Perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento: noi viviamo agendo. Noi siamo le nostre attività. Possiamo considerare “attività” tutto ciò che “muoviamo” con la nostra vita: anche i nostri pensieri, come pure i nostri sentimenti.
Mettere la nostra terra perennemente fragile e malaticcia in connessione col cielo di Dio ci dà la possibilità di assaporare anche nelle giornate più monotone e uniformi, anche nei lunedì dell’esistenza, qualcosa del gusto dell’eternità.
Commenti(7)
Carmelina Graziano dice
13 Gennaio 2020 alle 7:57Grazie carissime Sorelle, siamo talmente abituati a questo modo di essere impegnati che trascuriamo quell’ordito, anzi, non c’è tempo per dargli il giusto spazio, dobbiamo fare, fare e soltanto fare, ma alla fine della giornata sentiamo un senso di vuoto e ci domandiamo: è tutto bene ciò che ho fatto oggi? Grazie ancora.
Annamaria Scarnati dice
13 Gennaio 2020 alle 8:23Grazie di vero cuore. Le vostre parole incoraggiano a fare un buon uso del tempo a mi disposizione…valorizzando ogni cosa. Quest’anno ripenserò alle vostre parole cercando di valorizzare ogni attimo mettendo tutto nelle mani di Dio. Grazie ancora
Sr Giuseppina Albanese dice
13 Gennaio 2020 alle 8:36Grazie mille, questa è una orazione che ripeto sempre anche negli incontri comunitari. Oggi il tuo commento l’ha arricchita di tante
riflessioni che comunichero’ alla comunità. Grazie .
Sr Giuseppina Albanese dice
13 Gennaio 2020 alle 9:00Grazie mille, è davvero un’orazione che fa riflettere sul nostro agire. Grazie ancora.
Giuseppe Francesco Lombardi dice
13 Gennaio 2020 alle 9:46Tutto e’ ordinario quando e’ fatto con il cuore. Ma abbiamo momenti forti di feste e di solennita’ ed allora e’ sempre quel tempo ordinario che esce allo scoperto, che invoca piu amore, piu tenerezza , piu desiderio di Dio.. la quotidianita’ della fede di un semplice lunedi, oggi, che non puo’ passare inosservato. Buon tanti lunedi della quotidianita’ a voi sorelle, ricamati tutti con un filo d’ oro della pazienza.
Eugenio Nastasi dice
13 Gennaio 2020 alle 10:37Anche questa incursione delle sorelle Agostiniane non è casuale, come la pioggia di ieri che ha interrotto una qualche siccità invernale di troppo, e la non casualità sta nel ricordarci il portale del Battesimo di Cristo, la manifestazione della SS. Trinità e la santificazione dell’acqua del Giordano dopo la Sua immersione. Questo lunedì è dunque tempo ordinario del “chi bene incomincia è a metà dell’opera”, fermarsi giusto il tempo per dare vigore al nostro quotidiano postnatalizio di buoni propositi, per non cestinare il tempo natalizio appena trascorso in un banale “passato il santo, passata la festa”! Allora che ben vengano le parole del “lunedì”, quelle del passo dopo passo, o del punto dopo punto del ricamo, perché è nato per noi un Salvatore che ci dona la sua “simpatia”, come scrivevano nel commento-preghiera del foglietto di domenica scorsa le Monache Agostiniane del Monastero Santi Quattro Coronati, “che noi possiamo sempre fidarci del tuo amore ‘esagerato’ e gratuito”.
Giuseppe dice
16 Gennaio 2020 alle 22:21“Tempo ordinario” due parole che sono un’enciclopedia… ed è vero che incarnandole ci portano lungo il cammino che attraversa la conoscenza, viaggia nella scienza e ci fa tendere all’armonia della sapienza.
“Ordinario” viene definito dall’Enciclopedia Treccani «conforme all’ordine». Ordine, una parola che a molti di noi richiama una piccola poesia di Aleardo Aleardi, studiata nell’infanzia e intitolata “Che cosa è Dio?” che nella prima strofa così recita:
Nell’ora che pel bruno firmamento
Comincia un tremolio
Di punti d’oro, d’atomi d’argento,
Guardo e dimando: « Dite, o luci belle,
Ditemi cosa è Dio?»
« Ordine» mi rispondono le stelle.
Sembra quasi più chiaro che quando il Tempo è conforme all’Ordine è conforme a Dio. E ci riesce più facile comprendere che l’Eccellenza è fare straordinariamente bene le corse ordinarie in ogni occasione …opportuna e inopportuna!
Buon proseguimento, carissime sorelle, camminando insieme alla mensa della Parola.
Grazie!