Quante volte ci incamminiamo per tornare ai nostri sepolcri di cose monotone e sofferte, e intanto pensiamo: “Non cambierà mai niente”. Uscire incontro ad una tomba e invece imbattersi in Lui, proprio Lui, vivo, reale, davanti a te. Lasciamoci smentire da Lui, che con voce limpida e forte ci chiama. Pronuncia il mio, il tuo nome, perché distogliamo lo sguardo dalla nostra tomba e lo portiamo su di Lui. Lì di fronte a noi. Un irresistibile invito alla sua danza di vita.
Come dev’essere stato quel primo annuncio, di buon mattino, con l’aria frizzante e odorosa dei mille fiori di primavera? Corse fino al fiatone, nei sandali leggeri e polverosi.
È risorto! Che in quella lingua antica e misteriosa, il greco, suona così: “Anésti!”.
Salutiamoci così, oggi: non possiamo abbracciarci, ma sorriderci sì, e intanto scambiarci il saluto che è il timbro speciale di questo giorno di Pasqua:
“Cristo è risorto” e rispondiamo: ” È veramente risorto!”.
Santa Pasqua di Resurrezione a tutti voi, amici cari!