#paroledicasa – INTERROGARE – 26 aprile 2020

INTERROGARE – 26 aprile 2020
Di primo acchito potrebbe sembrare un verbo non proprio da domenica, ma piuttosto da giorni feriali, da prof e studenti. Ma se accettiamo lo sforzo di non rinchiuderlo nei nostri clichés scolastici, questo verbo ci può riservare delle belle sorprese. Ci può dire qualcosa, anche di domenica.
Inter-rogare: è intrecciare una relazione tra noi e il mondo che ci circonda, attraverso un dialogo intessuto di domande.
Le domande hanno la grande capacità di scavare; di aprire; di far emergere significati ulteriori rispetto a quello che avevamo noi in partenza.
Sono le nostre domande a mantenerci persone in cammino. Non dei già arrivati, dei “so-tutto-io”, e nemmeno persone che si fanno suggerire da altri le risposte, o che seguono la corrente comune. Le domande sono lo stile dei poveri, che approcciano la vita e gli altri in modo delicato, rispettoso e penetrante. La scorza delle cose può essere perforata solo con la trivella delle nostre domande.
Agostino entrava in dialogo perfino col tramonto che ammirava nella sua vastità o con la tela di un minuscolo ragno guardata con stupore: «Parlatemi di Dio». E si sentiva dare questa risposta, attraverso la loro muta eloquente bellezza: «Non siamo noi il tuo Dio. È lui che ci ha creato».
Questo giorno festivo può essere l’occasione per dare spazio alle nostre domande. E per metterci in ascolto: Dio ci risponde anche attraverso la bellezza delle cose più piccole.

L'immagine può contenere: una o più persone, oceano, cielo, spazio all'aperto, acqua e natura

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