LABOR – 1 maggio 2020
Oggi, Primo Maggio, ricorre la memoria di San Giuseppe Lavoratore. Questo ci suggerisce alcuni pensieri intorno al lavoro.
Stupenda la parabola degli operai chiamati a lavorare nella vigna, nelle diverse ore del giorno (Matteo 20, 1-16). Sembra proprio che Gesù non sopporti di vedere gente starsene sfaccendata; è una cosa che gli procura un gran dolore. Un dolore per noi, più che per sé.
Questo tempo ci sta insegnando che essere laboriosi è un fatto di creatività e resilienza. Qualcosa si muove e lievita, anche se restiamo fermi e chiusi.
Lavoro: sudore e fatica; dedizione; sacrificio; passione; soddisfazione. Tutti ingredienti che ci fanno crescere, quando sono messi in riferimento alla nostra radice: Dio, Colui che sempre è all’opera, con genio di artista e pazienza di artigiano.
Oltre al lavoro che ci vede impegnati “fuori”, nel campo delle cose e delle relazioni, Agostino ci ricorda che ci attende un grosso lavoro anche “dentro”, nel campo del nostro cuore: «Che fatica mio Signore è questa di scavare in me stesso: sono diventato a me stesso terra di pena e di sudore». È nel cuore che va affrontata la fatica maggiore: dissodare con infinita pazienza quella terra dura che ci portiamo dentro, perché possa diventare fertile per frutti di bene, e anzitutto per quel frutto che è la nostra autenticità.
Buon lavoro a tutti!