SPIRAGLIO – 4 maggio 2020
4 maggio. Non un giorno qualunque. Persino Agostino oggi cede il posto ad una parola diversa da quelle nel suo vocabolario.
Spiraglio, dunque: e immediatamente il pensiero va ad una porta socchiusa appena appena; non la spalanchi completamente, perché sai che potresti essere investito da una corrente d’aria violenta, o rimanere accecato dalla luce. Dove tutto fino ad un momento prima era serrato, ora c’è questa apertura, minima, ma pur sempre tale.
Spiraglio dice di aria fresca che si insinua, che finalmente riesce a passare, smuovendo e ossigenando ambienti ristagnanti. Dice di luce così mobile da penetrare lì dove incontra appena un minimo pertugio, colorando come lei solo sa fare gli spazi che incontra.
Spiraglio dice speranza: possibilità che le cose abbiano una svolta in positivo. Possibilità di vita, insomma. Sperare è intravedere spiragli lì dove sembra che ci siano solo sbarramenti. Occorre uno sguardo molto acuto e molto attento, reso sensibile dalle prove e affinato dalla fede. Quante volte nel corso delle nostre vicende ci siamo trovati sulle labbra la domanda: “Ma esiste almeno uno spiraglio?”.
Oggi si apre uno spiraglio per noi: un pertugio di speranza. Respiriamo l’aria che ci arriva e rallegriamoci della luce che raggiunge i nostri occhi, ma stiamo attenti a non spalancare di botto la porta.