Se ci portiamo dentro la nostalgia di relazioni stile “monocolture”, dove interagire esclusivamente con chi ci è affine e mai ci ferisce, proviamo a soffermarci su questa foto: ritrae un dettaglio del campo millefiori che si estende davanti al monastero. Sarà anche rustico e incolto, ma il suo concentrato di diversità trasmette immediatamente un senso di allegria. Ci trovi erbe, fiori spontanei, arbusti e relativi animaletti, dagli insetti più minuscoli fino agli uccelli canterini che volano da un ramo all’altro; addirittura spesso avvistiamo una volpe, fulva e velocissima.
Pensiamo a quanta “biodiversità” troviamo nel nostro condominio, sul nostro stesso pianerottolo, o sul luogo di lavoro.
Solo aprendo il campo delle nostre relazioni a chi è lontano dal nostro pensare, a chi ha sensibilità, gusti e vedute difformi dai nostri, abbiamo la possibilità di crescere in umanità.
Don Tonino Bello amava parlare della «convivialità delle differenze». Prima di lui, Agostino aveva coniato una sintesi stupenda, per descrivere la Chiesa: «in pluribus unitas», unità nella pluralità delle differenze.
Maria, Madre della Chiesa, ci insegni l’arte di aprirci agli altri senza paura, includendoli con stile di gratuità nella nostra vita.
Perché un campo millefiori spontaneo è sempre più allegro di un perfetto ma monotono prato inglese.
Commenti(3)
Vincenzo dice
24 Maggio 2021 alle 9:44“In pluribus unitas”. Per troppo tempo una visione sferica della Chiesa ha mortificato la ricchezza della diversità. Per tale motivo Papa Francesco parla di visione poliedrica ove le diversità trovano collocazione e aggiungono ricchezza. Nel poliedro senza rinnegare l’unità di sviluppa un rapporto che coinvolge tutte le componenti, ciascuna con il proprio carisma, ad una visione verticistica si sostituisce un’ecclesia che comunica e dialoga.
Patrizia dice
24 Maggio 2021 alle 16:37Queste parole sono una carezza per l’anima.Una riflessione per fermarci e guardare dentro e fuori di noi.
Patrizia dice
24 Maggio 2021 alle 16:39Riflessione a non correre fermarci per guardare dentro e fuori di noi