Oggi ricomincio
E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò (Gen 1, 26-27).
Sesto giorno della creazione: entra in scena l’uomo.
Dio concepisce questa meraviglia. L’apice di tutto.
Siamo imparentati con la gloria di Dio. Impastati di Lui.
La sua volontà buona ci ha preferito alla non esistenza.
Mi porto dentro il suo timbro inconfondibile. Quella consapevolezza che permane, nonostante il frastuono e le seduzioni di mille rumori: io valgo l’interesse di Dio. La sua cura per me. Non devo fare nulla per conquistarmela, liberamente ne sono destinatario, per sua pura volontà di amore.
Questo è il giorno per lasciarmi ri-creare da Dio, dal suo amore generativo; ascoltare la sua voce, che mi restituisce la mia dignità; che riannoda con tenerezza i fili sparsi della mia storia; che ridice il mio inestimabile valore ai suoi occhi. Lui per primo si compiace della mia vita: “È bello che tu ci sia!”.
Ascoltare, come si ascolta col cuore. Sta tutto lì. Passare dall’epidermide di emozioni forti e brevi, all’interiorità, dove lasciar decantare; percepire il “retrogusto”; venire a contatto con le motivazioni profonde che muovono nell’agire; coi desideri; col desiderio, quello di fondo, che muove tutti gli altri.
Torna a te
Torna al tuo cuore
Torna a Dio
(Disc. 311,14,13)
Agostino consegna anche a me, a te oggi il segreto della sua conversione. Cioè, del suo lasciarsi fare nuovo da Dio.
***
Ritagliamoci uno spazio di silenzio davanti al Crocifisso e lentamente preghiamo:
Quanto mi hai amato, o Padre buono!
Non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito,
ma per me lo consegnasti in mano agli empi.
Quanto mi hai amato!
Per me egli non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con te,
si fece obbediente fino alla morte
e alla morte di croce!
Proprio lui, l’unico libero tra i morti,
che ha il potere di offrire la sua vita
e il potere di riprenderla.
Per noi è vincitore e vittima davanti a te,
vincitore proprio perché vittima.
Per noi è sacerdote e sacrificio davanti a te,
sacerdote proprio perché sacrificio.
Egli da schiavi ci ha resi tuoi figli,
nascendo da te, servendo a noi.
Con tutta ragione pongo in lui una sicura speranza che tu, o mio Dio,
guarirai tutte le mie infermità…
Se non fosse così
sarei in preda alla disperazione.
Conf. 10,43