NOVENA S. Agostino 2021 Dal deserto al giardino 1° giorno

Ci mettiamo in cammino, verso il 28 agosto, Solennità di S. Agostino.

Destinazione: giardino.

Vogliamo intraprendere un percorso che ci faccia gustare almeno qualcosa della bellezza, dei profumi, dei colori che rallegrano il giardino che tutti sogniamo. Quello che ci portiamo nel cuore, come ricordo di qualcosa che dobbiamo ancora scoprire; nostalgia di una terra che ci attende. Quale? Scopriamolo insieme ad Agostino di Ippona.

Abbiamo davanti a noi nove giorni per ripercorrere insieme ad Agostino i sei giorni della creazione: dal deserto del nulla Dio crea il giardino delle relazioni belle, armoniose, concordi, dell’uomo con se stesso, con il suo simile, col Creato e con Dio.

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In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta… (Gn 1,1.2)

Punto di partenza: una terra informe e deserta.

 

Il punto di partenza non è qualcosa di esaltante. Si tratta di prendere atto di quella “terra informe e deserta” che siamo noi, proprio noi, precisamente noi. Una terra segnata da disconnessioni, incoerenze, ambiguità, inconsistenze nemmeno a noi ben decifrabili. Eppure è la nostra terra. Qualcosa che a noi costa tanta fatica guardare senza rimproverarci, senza provare fastidio.

Proprio su questa terra Dio posa il suo sguardo buono, creatore e creativo. Solo l’amore crea. Solo un amore più grande di noi sa guardare con tenerezza questa terra così problematica che siamo noi e prendersene cura.

Anche nella vicenda di Agostino il punto di partenza è molto simile, segnato com’è da una grande distanza. Da una grande indigenza.

Quando racconta dei suoi anni giovanili inquieti, alla ricerca di un amore che gli desse appagamento, Agostino riconosce che quel suo errare in preda alle passioni lo aveva ridotto a «terra di miseria», dove l’unico sapore che gustava era quello dell’estraneità e della dissomiglianza: estraneità da se stesso, dissomiglianza dalla sua più intima verità e da Dio. Si era allontanato da se stesso e non si ritrovava. Tantomeno ritrovava Dio (cf Conf. 5,2,2).

Ma nonostante tanta confusione, alta su di lui, di lontano, fedele, volteggiava la misericordia di Dio (cf Conf. 3,3,5).

 

***

 

Preghiera:

Ascoltami, o Creatore:

tua creatura io sono, e sono perduto;

tua creatura sono, e muoio;

tua creatura, e sono ridotto a nulla.

Le tue mani mi hanno fatto, Signore,

mi hanno plasmato,

quelle mani trapassate dai chiodi per me.

Non disprezzare, Signore,

l’opera delle tue mani.

Ecco, tu hai scritto me con quelle tue mani:

leggi dunque la tua scrittura e salvami.

Ecco, a te io sospiro, io, tua creatura;

tu sei il mio creatore: ricreami;

ecco, a te io sospiro, io, tua fattura;

tu sei la mia vita: vivificami.

Perdona, o Dio.

Un niente sono i miei giorni.

Libro dei Soliloqui dell’anima con Dio, I

Commento

  1. Laura dice

    “Leggi la tua scrittura e salvami”
    Grazie Sorelle, che in questo momento così difficile e
    drammatico per voi, continuate a nutrire il nostro spirito perché il nostro sguardo non perda quota.

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