Aliqua portio
«…Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato…» (Gen 2, 7-8).
Siamo ormai giunti sulla soglia del giardino. Ci siamo. Ora ci è chiaro: il giardino non è tanto un luogo, ma una condizione interiore: che fiorisce e cresce, quanto più facciamo spazio alla vita di Dio, «più intimo della mia intimità», diceva Agostino.
Raggiunti lì, nel profondo del cuore, fatte cadere quelle mura di autodifesa che ci portiamo dentro, tutto ritrova il suo giusto posto; la sua vera collocazione; il suo armonioso rapporto con gli altri, con se stessi e con Dio.
Liberato dalla schiavitù del suo io ingordo di riconoscimenti, Agostino assapora il gusto di riconoscersi nella sua verità: essere una piccola parte della creazione di Dio, inserito in una vastità di relazioni, dove persino la più piccola creatura si fa rimando e scala verso Dio, portatrice di un messaggio: “È lui, Dio, che ci ha fatto!”.
L’uomo, una piccola particella, aliqua portio, per giunta segnata dal peccato e dalla morte. Ma capace di Dio, capace di entrare in dialogo con lui, attraverso la lode.
Sì: il linguaggio della lode dice la nostra statura, ci mette in relazione con Dio, ci fa pregustare già sin d’ora qualcosa della festa senza fine della vita eterna.
Dare voce alla lode, dire a Dio: “Tu sei grande, e io sono nella misura in cui faccio spazio a te”.
Dare canto alla vita.
Siamo nient’altro che un’aliqua portio, ma baciata dall’amore tenerissimo di Dio.
***
Sei grande, Signore, e degno di altissima lode;
grande è la tua potenza
e la tua sapienza non ha limiti.
E l’uomo, questa particella della tua creazione,
vuole lodarti,
l’uomo che si porta dietro la sua morte,
che si porta dietro
la testimonianza del suo peccato,
e della tua resistenza ai superbi:
eppure vuole lodarti l’uomo,
questa particella della tua creazione.
Sei tu che lo risvegli
al piacere di cantare le tue lodi,
perché ci hai fatti per te
e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in te.
Conf. 1,1,1
Commenti(2)
Laura dice
27 Agosto 2021 alle 13:26“Tu sei grande Signore, io nella misura in cui faccio spazio a te”.
Grazie Sorelle di questa bella novena!
Laura dice
27 Agosto 2021 alle 13:26“Tu sei grande Signore, io nella misura in cui faccio spazio a te”.
Grazie Sorelle di questa bella novena!