Natale, festa della dimora: il Verbo lascia la dimora calda di Dio-Trinità per venire a mettere su casa in mezzo a noi, tra le nostre umane baracche poco accoglienti e poco stabili. Nei nostri contesti di vita sofferti e incerti.
La sua dimora, a dare prossimità, a colorare della sua luce anche le nostre situazioni più grigie.
Quando diciamo: “Mi sento a casa”, intendiamo dire che stiamo proprio bene; ci sentiamo a nostro agio; riconosciamo di essere circondati dell’atmosfera calda dell’affetto.
Dimora è sinonimo di casa, ma dice una sfumatura ulteriore e fa riferimento al tempo: in quel luogo in cui mi sento amato e benvoluto, mi trattengo volentieri. Non sto sulle spine per scappare il prima possibile.
Quale tragedia, allora, quando si perde la propria dimora, o quando si vive senza fissa dimora, o quando si affrontano viaggi irti di incognite pur di trovarne una nuova e sicura.
Spesso ci succede di essere in fuga da quella dimora che è il nostro cuore: si corre di qua e di là, ma quanta fatica restare con noi stessi, ascoltare ciò che si muove dentro di noi…
Il viaggio più difficile e che richiede più coraggio, non è quello che ha di mira mete estreme, ma la destinazione interiore del proprio cuore: tante volte, il luogo che meno conosciamo.
In questi giorni immediatamente prossimi al Natale, ci può essere di aiuto un’invocazione, tanto cara ad Agostino, per riprendere contatto con la dimora del nostro cuore; per farla trovare con la porta aperta all’umile Gesù:
«Signore,
che io conosca me,
che io conosca Te!»
(Soliloqui, 1,2,7).
Commento
Giuseppe dice
20 Dicembre 2021 alle 16:18(Lc 15,17-18) Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio Padre….
Rientrare in noi stessi per tornare alla casa del Padre, dimora dello Spirito Santo…
E’ bello prepararsi al Natale abitando la “Parola” che è luogo di incontro e di amicizia.
Conoscere chi sei, per essere chi vuoi!