Poche cose sono misteriose e forti come un piccolissimo seme. Lo diresti trascurabile, senza valore, e invece trattiene un’energia inimmaginabile.
Possiamo fare ancora qualcosa per non restare sopraffatti dalla gravità degli eventi che ci sovrastano: dedicarci ai semi. Quest’opera di cura delicata e paziente ci aiuta a distoglierci da noi stessi e dai nostri pensieri a rischio di cortocircuito.
Tutto può partire con un seme. Tutto con un seme può rinascere.
Non andiamo a cercare miracoli fuori posto. Basta che, lì dove siamo, apriamo gli occhi sul prodigio di un seme che germoglia. Il miracolo del piccolo che si fa strada e cresce, trasformandosi in qualcosa di diverso.
Ci portiamo dietro il peso della carne nel cammino di questa vita, diceva Agostino, e tuttavia rinasciamo ogni volta dal seme della Parola di Dio (Comm. Vangelo di Giovanni, 21,1).
Commento
Eugenio Nastasi dice
28 Marzo 2022 alle 9:58Il peso della carne e il seme, ecco il binomio vincente di questa pagina del lunedì delle Monache Agostiniane, l’impedimento e la piccola certezza, la nostra volontà e la fede di una parola. Tutto fa convergere nella presenza di Dio mentre siamo in cammino, un incoraggiamento a fare germogliare il seme della parola “mentre” si è per strada: il resto lo fa Lui, come il piccolo seme che germoglia, cambia spoglia, rinasce, mentre era sotto terra alla ricerca della superficie. Come dovremo fare noi, sempre.
“Coraggio” ci dice il Signore, ” io ho vinto il mondo”.