Istintivamente pensiamo che la vita che conta risieda solo “al centro”, rispetto al quale i margini direbbero secondarietà; qualcosa da “Serie B”, insomma. Ecco così persone che vivono “ai margini”; oppure regioni, interi territori che restano “marginali”; oppure ancora, argomenti, temi, interessi colpiti da “marginalità”; addirittura: persone che releghiamo ai margini del cuore…
Sembra che solo ciò che occupa il centro, nello sforzo ansioso di mantenersi lì, sotto i riflettori della ribalta, sia significativo e degno di considerazione.
Ma esiste anche la possibilità di fare dei margini una scelta, abbracciata con consapevolezza. Alla paura di perdere il centro si sostituisce la scoperta di un nuovo punto di vista. Una maniera diversa di vedere e sentire. Stare ai margini in questo caso consente di acquisire anche una voce libera, meno condizionata dalla compiacenza e più capace di verità.
Giovanni Battista, l’uomo “del margine”: perché collocato tra due margini, quello dell’Antico e del Nuovo testamento; perché storicamente vissuto ai margini della Terra Santa, nel deserto, lì dove certo non brulica la vita che conta, eppure proprio da lì parte il suo grido profetico, capace di generare un contro esodo: dalla città al deserto. Dal centro alla periferia.
Ti ringraziamo, Giovanni, per il tuo ardimento nello sposare il margine. Dona anche a noi un po’ del tuo coraggio nello spostarci dal centro per lasciare spazio alla Verità: l’umile Gesù, Parola fatta carne.
Commenti(4)
Laura dice
5 Dicembre 2022 alle 12:52A volte la vita ci conduce al margine. E da lì il rischio di invidiare chi sta al centro e perdere così l’opportunità di assumere la marginalità come valore. Grazie!
Carolina dice
5 Dicembre 2022 alle 15:30Semplicemente grazie!
Giuseppe dice
8 Dicembre 2022 alle 18:53“Margine”, una parola divenuta comune, quotidiana e che abbiamo imparato a conoscere bene con l’utilizzo degli elaboratori di testo (word processors): infatti ogni volta che scriviamo un documento definiamo l’area di stampa impostando il margine superiore, inferiore, destro e sinistro; possiamo decidere se utilizzare i margini preimpostati o farne di personalizzati . . . e così tante altre opzioni e, se tutto è andato a buon fine, non riceveremo poi l’avviso “margini al di fuori dell’area di stampa” che sta ad indicare la necessità di un rientro senza il quale il lavoro svolto è inservibile.
Capita anche nella nostra vita di uscire dai margini ogni qualvolta diamo importanza a valori “marginali” trascurando ciò che veramente conta: bontà, bellezza, verità, dono. Anche qui un rientro si rende necessario come insegna il grande Agostino: “Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo”. E allora, come il figliol prodigo, occorre trovare la forza di ritornare in noi stessi (Lc 15,17) e dire “mi alzerò e andrò da mio padre…” certi che ci vedrà arrivare da lontano e correrà verso di noi a braccia aperte per fare festa insieme nella Sua casa dove c’è gioia, gratuità e grazia.
Nilo dice
10 Dicembre 2022 alle 8:49Trovo davvero bella questa rubrica che mette in luce l’importanza della Parola e delle parole. La storia è fatta di margini, interi popoli ancora oggi soffrono ai margini di un mondo che non ascolta ma che in compenso parla molto, troppo senza dire nulla.