No, non l’ha inventata Agostino l’inquietudine; è sempre esistita e sempre esisterà. Agostino però l’ha messa a tema, l’ha affrontata, vissuta, patita e poi capita così da poterla spiegare anche a noi, da saperci dire come funziona, in cosa consiste, i suoi limiti e anche i suoi pregi.
Sta in quel senso di disagio che a volte ci prende, quando qualcosa ci costringe a fermarci e sì: anche a pensare. Può essere una malattia, un contrattempo, qualcosa che comunque rompe i tuoi piani, butta all’aria il tuo planning. Eccola allora: senti la sua voce nelle domande che affiorano, come una trivella che scava a fondo e smuove la terra del tuo cuore, che pensavi fosse ormai definitivamente assodata: “Ma per chi sto correndo?”; “Ma cosa cerco davvero?”; “Ma che senso ha ciò che faccio?”.
Ci vuole coraggio per tenerle testa: l’inquietudine ti mette con le spalle al muro, ti fa vedere, spietata, che sei nient’altro che creatura segnata dalla morte. Ma al tempo stesso ti punge con la nostalgia di un oltre…
L’inquietudine fa male come una ferita aperta, è salutare come balsamo che dà forza: quella necessaria per conservarci in cammino. In perenne tensione tra il fare i conti con la nostra congenita fragilità e il desiderio di oltrepassarci, superarci, diciamolo pure: trascenderci, per trovare un riposo che, per appagarci davvero, sta oltre noi stessi.
Regaliamoci una sosta per ascoltare la nostra inquietudine: ha molto da dirci.
Sei grande, Signore, e meriti ogni lode; grande è la tua potenza e la tua sapienza non ha limiti. E l'uomo, piccola parte della tua opera creatrice, vuole cantare le tue lodi, l'uomo che si porta dietro la sua fragilità, testimonianza del suo peccato e della tua volontà di resistere ai superbi, e che tuttavia, piccola parte della tua grande opera creatrice, vuole cantare le tue lodi. Sei Tu che lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché ci hai fatti per Te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.
Confessioni 1,1,1
Commento
Giuseppe dice
3 Novembre 2023 alle 20:11“Le acque chete rovinano i ponti.” Così recita un detto toscano, quasi a confermare che l’inquietudine, come le acque in continuo movimento, è salutare come balsamo che dà forza, proprio come voi dite.
Maria ne è un esempio eccellente con la sua fretta di andare dalla cugina Elisabetta, col suo occhio sempre attento e vigile “Non.hanno più vino!”
E Gesù? Un grande appassionato della spiritualità agostiniana, Blaise Pascal, scrive.”Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo: non bisogna dormire durante questo tempo.” (Pensieri, 553).
L’inquietudine, se il nostro obiettivo di vita è la perfezione che ci chiede il Signore, è così salutare che possiamo pienamente condividere il pensiero di Julien Green: “Finchè siamo inquieti, possiamo star tranquilli.”