Ci sono tanti modi per leggere le situazioni e la storia: lo sviscerare che rivanga e recrimina; il considerare che rimugina all’infinito; l’ascoltare e riascoltare il dolore di tante ferite.
E poi c’è la riconoscenza. Come una fessura che gradatamente si allarga, fino a diventare il modo abituale di accogliere tutto: il bene, ma anche il male. C’è infatti un passo sempre molto misterioso del libro di Giobbe, una domanda sulle labbra di questo nostro amico di ricerca e di cammino, che suona così: «Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?» (Gb 2, 10).
Ma cos’è la riconoscenza? Si tratta anzitutto di un atteggiamento non terminato, ma in essere: “Sono riconoscente” è un participio presente, che dice di un’azione in corso.
Allargando la considerazione oltre la grammatica, si può dire che la riconoscenza ha molto a che fare col conoscere.
Non è facile riconsiderare ciò che si vive, spesso segnato da consuetudini e ripetitività, in maniera diversa da quella ormai consolidata. Ci vuole la riconoscenza. Che spunta come un fiore che non sai ben spiegarti come ci è arrivato, nel giardino arruffato del tuo cuore, eppure te lo ritrovi lì, silenzioso e delicato, in attesa che tu ti accorga di lui per godere del suo essere.
Allora recuperi anche quell’antico dolore, e scopri che qualcosa ti ha insegnato, che ti ha fatto crescere. Allora vai a quelle rigidità sofferte, e devi ammettere che ti hanno non solo segnato nel carattere, ma ti hanno anche salvaguardato da tanti sbandamenti. Allora posi gli occhi sulle persone che condividono la tua vita, e le ritrovi ricche di una preziosità mai notata prima: non quella delle tue aspettative, ma quella del loro esserti accanto, ancora e comunque. Con infinita, gratuita pazienza: altro nome dell’amore vero. Allora guardi al tuo presente e lo vedi finalmente bello così com’è, con le sue povertà e incompiutezze.
Riconoscenza: conoscere in maniera ulteriore, come solo il cuore sa fare, quando si affida.
Sul suo diario personale, che scrisse durante l’intero arco della sua vita, Madre Alessandra riempì un’intera pagina di un’unica parola: GRAZIE.
Commenti(7)
Cinzia dice
24 Ottobre 2023 alle 11:31Grazie, Sorelle carissime.
Patrizia dice
24 Ottobre 2023 alle 12:51Sono riconoscende al Signore, che mi ha dato la possibilità di conoscere voi…mie amate sorelle ❤🙏
Michele dice
24 Ottobre 2023 alle 12:57Oggi è sempre più difficile riconoscere il bene, ma ancora di più esprimere “gratitudine”. La parola “grazie” è stata cancellata dal vocabolario….
Luigina Seren dice
24 Ottobre 2023 alle 16:52In tutte le cose che faccio, le faccio con l’aiuto del Signore , lo sento vicino e mi aiuta.
Questa è la mia gratitudine e lo ringrazio sempre. GRAZIE 🙏🙏
Silvana dice
24 Ottobre 2023 alle 18:53È da un bel po’ che al mattino, appena mi sveglio ,Gli dico” grazie ” per avermi dato una notte serena e perché mi dona un nuovo giorno . Ho imparato a riconoscere la mia vita come dono di Lui e non posso esimermi dal ringraziarlo per tutto ciò che mi ha concesso e mi concederà: tutto gratis e per amore!
Pina dice
24 Ottobre 2023 alle 20:01Grazie mille. Per tutti i lunedì mi rendete felice di leggere le vostre perle. Grazie per le vostre riflessioni. Ci rendono persone migliori,meditando i vostri scritti. Ringrazio Dio per avervi conosciute. Grazie a Dio per i giorni che mi sta’ donando e gli sono grata per i figli che mi ha donato e otto nipoti e un’altro in arrivo, grazie mio bellissimo e misericordioso Gesù.
Giuseppe dice
24 Ottobre 2023 alle 22:00Carissime sorelle, senza voler scomodare nostro Signore (Lc 17, 11-19), delego a Trilussa un piccolo pensiero.
Loreto
È un Pappagallo vecchio. In una zampa
cià intorno un cerchio che c’è scritto l’anno:
milleottocentotré! Dunque saranno
cent’anni e più che campa!
Però nun c’è mai caso che me dica
una parola o un nome
che me l’accerti o me dimostri come
se sia trovato co’ la gente antica.
Cià solo l’abbitudine
che quanno j’arigalo un biscottino
me dice: grazzie, eppoi me fa un inchino
quasi pe’ dimostrà la gratitudine…
E questo abbasta pe’ capì ch’è nato
ner secolo passato..
Grazie… !