SE VUOI OPERARE IL BENE,
INIZIA A PENSARE BENE.
Ma proprio qui incontriamo la difficoltà: com’è impegnativo pensare!
Spesso vorremmo delegare questa fatica: sarebbe più semplice se qualcuno ci soccorresse col consiglio giusto, ci passasse sottobanco il “libretto delle istruzioni”.
E invece no. Restiamo noi, chiamati in causa con l’esercizio del pensare. Si tratta di raccogliere dati, allargare la conoscenza e poi valutare, soppesare; e poi ancora prendere tempo, dare spazio al silenzio e mettere alla prova i nostri pensieri. Perché non ogni pensiero che ci passa per la testa va seguito, non ogni pensiero è quello giusto. C’è il rischio di trascorrere una vita intera in preda a pensieri evanescenti o incostanti; e quanti si trovano a vivere proprio così, rimanendo al palo di scelte non fatte, di tanto bene non raccolto e non espresso!
Può restarci distante o impenetrabile il pensiero anche della persona più cara, ma Dio ha voluto manifestarci fino in fondo il suo pensiero: abbassarsi fino a noi, prenderci per mano e portarci a lui, sì addirittura a lui! Un’intenzione irremovibile. Un pensiero… senza ripensamenti.
Dio concepisce un pensiero e lo realizza, fino a dargli concretezza, corpo, carne. Nella mangiatoia di Betlemme è offerto ai nostri occhi di vedere il pensiero di Dio verso di noi: la sua amicizia carica di benevolenza ad oltranza ha il volto di un Bambino avvolto in fasce!
La pace è questo Bambino.
Umile Gesù, Tu sei il pensiero del Padre manifestato a noi: formaci al gusto di un pensare ricco di spessore e di orizzonte, così creativo, coraggioso e adulto da calarsi in opera di pace. Amen
Commento
Giuseppe dice
28 Dicembre 2023 alle 10:51Carissime sorelle,
senza volerci posizionare negli alti livelli della storia del pensiero (“Cogito ergo sum” – Penso dunque sono – famosa formula cartesiana) vorrei affidare i riflettori della vostra meditazione a una storiella nota a molti di noi e che ci ricorda l’importanza di riflettere sulle priorità della nostra vita.
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Un giorno, un anziano professore della “Scuola Nazionale di Amministrazione Pubblica” (ENAP) fu assunto per tenere un corso sulla Pianificazione efficace del proprio tempo a un gruppo di una quindicina di dirigenti di grandi compagnie nordamericane.
Il corso costituiva una delle 5 materie della loro giornata di formazione. Il vecchio professore disponeva solo di un’ora per il suo corso.
Stando in piedi, davanti a quest’elite (pronta a prender nota di tutto quello che l’esperto avrebbe insegnato) l’anziano insegnante li guardò uno ad uno, lentamente, poi disse: ”Oggi faremo un’esperienza”.
E tirò fuori da sotto la cattedra che li separava un grosso recipiente (che conteneva più di 4 litri) che posò delicatamente davanti a sé. Subito dopo tirò fuori una dozzina di sassi, grandi come una palla da tennis, e li pose con delicatezza, uno per uno, dentro al grande vaso. Quando fu pieno, di modo che non era più possibile aggiungerci un altro sasso, domandò ai suoi allievi: “Secondo voi, il vaso è pieno?”. Essi risposero in coro: “Sì”.
Il vecchio attese qualche secondo e poi domandò: “Veramente?”. Allora si piegò e tirò fuori da sotto il tavolo un recipiente contenente del granigliato di marmo. Con minuzia, versò il granigliato nel vaso e i pezzettini andarono ad infilarsi fra un sasso e l’altro… fino alla base.
Sollevando lo sguardo verso il suo uditorio, domandò di nuovo: “E adesso è pieno?”. Questa volta i suoi brillanti allievi cominciarono a comprendere, e uno di essi disse: ”Probabilmente, no”.
“Bene” – riprese l’insegnante. Si piegò di nuovo, e questa volta tirò fuori un sacchetto di sabbia. Con precisione, versò la sabbia nel vaso. La sabbia riempì gli interstizi lasciati liberi dai sassi e dal granigliato. Ancora una volta, domandò: “E adesso, il vaso è pieno?”.
E questa volta, senza esitare, tutti gli allievi risposero in coro: “No!”.
“Bene!”, disse il vecchio. E come i suoi prestigiosi allievi si attendevano, prese la caraffa d’acqua che era sulla cattedra e riempì il vaso fino al bordo. Sollevando lo sguardo verso il gruppo, l’insegnante domandò: “Qual è la grande verità che ci dimostra questo esperimento?”.
Il più audace degli allievi, riflettendo sul soggetto della materia, disse con orgoglio: “Questo dimostra che, anche quando crediamo che la nostra agenda sia completamente piena, se lo si vuole veramente, possiamo aggiungere ancora qualche appuntamento, qualcosa da fare”.
“No – rispose il vecchio prof. – non si tratta di questo. La grande verità che ci dimostra quest’esperienza è la seguente: Se noi non infiliamo i sassi per primi nel vaso, non potremo mai farceli stare tutti, dopo!”.
Ci fu un profondo silenzio. Ciascuno prendeva coscienza dell’evidenza di questa verità.
Il vecchio prof., allora, aggiunse: “Quali sono i grandi sassi nella vostra vita? La salute? La Famiglia? Gli amici? Realizzare i vostri sogni? Fare quello che vi piace? Imparare? Difendere una causa? Riposarsi? Dare ad ogni cosa il suo tempo? O… qualsiasi altra cosa? Quello che dovete imparare, è l’importanza di mettere i GROSSI SASSI in primo piano, nella vostra vita, se no rischierete di fallire! Se darete la precedenza alle quisquiglie (il granigliato, la sabbia) riempirete la vita di stupidaggini e non avrete abbastanza tempo da consacrare agli elementi importanti della vostra vita.
Allora, non dimenticate di porvi la domanda: Quali sono le grosse pietre della mia vita? E in seguito, mettetele nel vaso!”.
Con un gesto amicale della mano, il professore salutò il suo auditorio e abbandonò lentamente l’aula.
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BUON ANNO 2024 di pace, salute e serenità!