Le parole del Lunedì/  SONNO

sonno

Forse poche esperienze umane sono così variegate come il sonno.

Esiste il sonno per dimenticare, quel voler chiudere gli occhi e abbandonarsi a una forma di “morte temporanea”, perché la realtà è pesante e affrontarla mette fatica, troppa.

Esiste però anche il sonno ristoratore, che interviene a ridonare energie dopo che il corpo o la mente o entrambi hanno penato, sudato. Allora il sonno ha il sapore dolce di un guadagno meritato, non a caso usiamo l’espressione: “meritato riposo”.

A volte ci ritroviamo a lottare col sonno: vorremmo dormire, anzi l’ora del sonno è passata da un pezzo, eppure qualcosa in noi si oppone, resiste, e restiamo fin troppo svegli. I pensieri si accavallano, le preoccupazioni col silenzio della notte assumono dimensioni esagerate. Ci si ritrova, l’indomani mattina, snervati e privi di energie. Spossati.

C’è chi vive perennemente intontito, con addosso il bagaglio di una sonnolenza che non sa, non vuole o non può scrollarsi via: “cultura del sonno”, la chiamano. Quel lasciare che siano altri a prendere decisioni, a pensare, a riflettere al posto nostro, perché meno impegnativo, meno responsabilizzante.

Proprio per contrastare questa strisciante sonnolenza, la Bibbia a più riprese invita alla vigilanza, esorta a restare svegli, a non dormire: per abbracciare con piena lucidità il reale nella sua complessità sfidante e poliedrica.

Al tempo stesso, la Bibbia ci dice che gli amici di Dio conoscono un sonno amico: è quella forma di consegna di sé che si chiama affidamento; altro nome della preghiera…

Quando si arriva a deporre tutto di sé nelle mani di Dio, senza lasciare fuori nulla, compresi l’animosità dei pensieri; l’ansietà continuamente proiettata al domani; perfino quel fare inarrestabile che nasconde la paura di ritrovarsi di fronte alla verità. Quando si resta così: disarmati di sé, senza nulla da dover difendere, senza nessuno da cui difendersi, ecco che finalmente Dio può agire.

In questa sorta di sonno, quando scegliamo di non agire noi, di non fare di testa nostra, di non essere noi i protagonisti, Egli sa donare ai suoi amici il pane fragrante, fresco di giornata, della sua provvidenza.

Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. 

dal Salmo 127

Commenti(2)

  1. Anna dice

    Care sorelle , questa parola del lunedì entra nel mio cuore al momento giusto .
    Proprio questa mattina sul presto quando ancora il cielo era buio ed ero nel caldo del mio letto con il santo rosario sempre nella mano sinistra ( come ormai faccio da anni ) , mi dicevo ma io non dormo pienamente da anni .
    Mi sembra di essere sempre in dormiveglia ,
    Inizio a pregare e poi la mia mente va in compagnia ….non so neanche spiegarlo …mi sembra di parlare ,stare in una dimensione di piacere spirituale .in mio cuore ,la mia mente è sempre in contatto con Dio nostro padre .
    È come se fossi per tutta la notte in compagnia di affetto , di custodia spirituale .
    Chiedo sempre di farmi stare ai suoi piedi , all’ombra della croce ..
    Grazie per aver letto questo mio pensiero..
    Spero di venire presto .

  2. Isabella dice

    Dormire per un essere umano è necessario per la propria salute, ed è la prima cosa che manca quando siamo sia nel dolore che nella gioia. Le notti che ho partorito i miei figli non ho dormito, era così grande la gioia da non poter riposare anche se stanchissima, il dono appena ricevuto era così grande da non lasciare spazio a niente. Il sonno che invece toglie il dolore di quando si perde un figlio non si può descrivere. Non si desidera più dormire per riposare ma solo dormire. Allora le notti sono infinite, buie, fredde. E poi un giorno davanti alla Croce metti il tuo cuore e lo doni a Lui. Signore ti prego fammi portare la mia croce insieme a Te. Grazie sorelle buona settimana a tutte voi.

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