Novena di Pentecoste 2024 – Sesto giorno

IL DESIDERIO

Esiste un intreccio strettissimo tra preghiera e desiderio. Pregare è molto più che “dire preghiere”.

Pregare è portare davanti al Signore il proprio desiderio.

Ci vuole tanto silenzio, e la pazienza di raccogliersi interiormente, lasciando perdere quelli che sono desideri in fin dei conti secondari e passeggeri, per dare ascolto a quella “goccia di desiderio” che ci abita in profondità.

Desiderio che la nostra vita giunga a compimento, e non resti un’”incompiuta”, come certe opere… desiderio, cioè, che ci si sveli il senso di questo nostro affannarci tanto, e poi soffrire, e poi lottare; e il senso, ciò che dà compimento, si trova solo nell’amore.

È l’amore vissuto, donato, intercorso, a rendere una vita compiuta; è l’amore mancato, negato, offeso, a lasciare la vita incompiuta.

Ne era certo anche S. Agostino, che alla sua gente semplice insegnava questa “forma alta” di preghiera:

Sia dinanzi a Dio il tuo desiderio; ed il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera; se continuo è il desiderio, continua è la preghiera.

E ancora:

C’è una preghiera interiore che non conosce interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se alimenti il desiderio della vita eterna, non smetti mai di pregare. 

Ma vi è di più.

Nella preghiera non siamo soli a pregare… ce lo assicura S. Paolo:

… lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili… (Rm 8, 26-27)

Stupendo! portiamo in noi stessi una presenza che, silenziosamente e dolcemente, fa fluire verso il Padre desideri di vita e di pace, per noi.

È lo Spirito Santo, che dà espressione e voce a quella preghiera che noi tante volte fatichiamo a partorire.

Una sorgente abbondante di acqua fresca, quella dello Spirito Santo in noi, più intima a noi di noi stessi.

Tuffare la nostra “goccia di desiderio” nella sorgente interiore che è lo Spirito Santo, questo è pregare.

Vieni, Santo Spirito, rendimi attento

ai tuoi desideri di vita e di pace,

aiutami ad accoglierli

e a tradurli in gesti di vita e di pace.

Perché la sorgente che tu sei in me disseti molti altri.

 

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