Le parole del Lunedì/  CLAUSURA

C’è chi pensa che la clausura sia una forma di morte anzitempo: niente svaghi, niente movimento, niente poter fare quello che vorresti. Costrizione, delimitazione degli spazi; insomma, quasi un carcere. La gente ci guarda con occhi di commiserazione: “poverine, avranno avuto una delusione amorosa…”.

Cerchiamo di oltrepassare i luoghi comuni, in realtà un po’ banali, che abbondano al riguardo.

Le cose belle, quelle davvero importanti, hanno bisogno di essere custodite. Preservate dai rumori che stordiscono e confondono. Quando ci teniamo ad un’amicizia, scopriamo la necessità di essere fedeli, di non spargere ai quattro venti le confidenze ricevute. Una sorta di riservatezza, così necessaria per tutelare e far crescere.

Quando ci troviamo di fronte a decisioni da prendere, sentiamo il bisogno del silenzio, che è come ossigeno per il pensiero.

Ci crediamo liberi, ma poi obbediamo come cagnolini ad ogni minima vibrazione del cellulare, il nostro grande padrone. Ci riteniamo pieni di energia quando inzeppiamo la giornata di corse senza sosta, ma poi a sera ci ritroviamo incredibilmente svuotati e confusi, come se ci fosse passato un treno sulla testa. Ci concediamo di tutto e di più, credendo così di esprimere il massimo delle nostre possibilità; solo che poi ci riconosciamo in certo modo derubati di noi stessi, senza più sapere chi siamo e cosa vogliamo.

La clausura è una forma di protezione: dice che per ognuno c’è uno spazio da custodire, un limite da porre a rumori e inconsistenze di vario genere (bombardamenti di immagini, aggressività verbale, alimentazione sregolata). Aiuta a ricordare le priorità: non tutte le cose hanno la stessa importanza; alcune necessitano di esser tenute in evidenza, altre di passare in secondo piano. Si cresce non tenendo aperte tutte le possibilità, ma abbracciandone alcune a preferenza di altre, a cui si impara a dire di no.

Dunque, la clausura non è solo per le monache, ma per tutti.

Per noi monache la clausura è un mezzo per custodire la centralità della nostra dedizione a Dio, per camminare nella semplicità di vita e per custodire, alimentandolo, l’amore fraterno. Altro che commiserazione.

Ecco allora un messaggio per te: trova la tua clausura: ti custodirà, ti accompagnerà a crescere nel bene.

Commenti(4)

  1. Cinzia dice

    È proprio così: mi ha fatto sorridere il vostro sapere che noi “umani comuni” pensiamo sempre alla monaca di Monza (ah, quel Manzoni!), e da lì non vi emancipiamo: così carine, così dolci, chi le ha “costrette” a vivere in quel modo? Invece mi sa che sia il solito dualismo di Marta e Maria, e che voi abbiate scelto davvero la strada più dura ma più piena, per andare al Cielo e per cercare la felicità. Noi “umani del quotidiano”abbiamo i ricordi, a cementare l’esistenza. E talora a marinarla nella sofferenza. Voi “umani del celeste” avete la preghiera ed il colloquio continuo con Dio, da cui si viene arricchiti, mai feriti; vivificati e accresciuti, non deprivati. Un po’ di clausura farebbe bene anche a noi, ogni tanto…ma richiede tanta difficoltà e coraggio, fare il primo passo.

  2. Anita dice

    Bello questo mix un po’ agostiniano un po’ benedettino.
    Madre Anna Maria canopi alle parole clausura-silenzio associava sempre il verbo rimanere, con un significato che noi giovani tradurremo come: stare sul pezzo.
    Sempre la madre Canopi, in una delle sue ultime interviste parlava dell’importanza di trovare una sorta di clausura-chiostro interiore che è per tutti come anche voi sottolineate.
    Bello bello bello!

  3. Laura Aliotta dice

    Questa volta il grazie devo allargarlo anche a chi ha aggiunto riflessione a riflessione..
    Mi piace la parola rimanere che si associa a clausura- silenzio cui aggiungo: sostare, quale spazio di riflessione, di dialogo con l’Altro, di ricarica per ripartire ogni giorno nel nostro procedere extra-clausura.

  4. Isabella dice

    La clausura mi ha salvata molte volte, dal dolore, dalle amicizie tossiche, da famigliari invadenti. Stare da sola e in silenzio a volte aiuta più di una seduta dallo psicologo, perché solo se togliamo tutti gli orpelli e ci ascoltiamo poi possiamo continuare. Perciò mi sento di dire che chi sceglie di vivere come voi care Sorelle una vita di clausura non chiude la porta al mondo, ma ne apre tante e tante che noi nella nostra vita di normali non potremmo mai fare. Grazie sorelle buona settimana a tutte voi

Invia commento

Prenota il tuo posto