PACIFICARE: vocazione nella vocazione per gli Agostiniani nel corso della storia

Se c’è un tratto che da sempre ha caratterizzato tutti coloro, uomini e donne, che hanno camminato nella fede ispirandosi alla spiritualità di Sant’Agostino, questo è l’impegno, con dispendio a fondo perduto di tutte le energie possibili, per la riconciliazione e la concordia, a favore di singole persone così come di intere comunità.

L’elenco è lungo, e si parte davvero dall’inizio: santa Monica, la madre di Agostino, era solita cercare di mettere pace «tra due anime di ogni condizione, che fossero in urto e discordia. Delle molte invettive che udiva dall’una contro l’altra, quali di solito vomita l’inimicizia turgida e indigesta, allorché l’odio mal digerito si effonde negli acidi colloqui con un’amica presente sul conto di un’amica assente, non riferiva all’interessata se non quanto poteva servire a riconciliarle». Discrezione, pazienza, delicatezza: possiamo scorgere tutte queste componenti nell’agire di Monica, la quale, sottolinea Agostino, poteva farsi strumento di pace perché «istruita da Dio, il maestro interiore, nella scuola del cuore» (Confessioni 9,9,21).

Di Sant’Agostino, il biografo Possidio sottolinea: «Per tutto ciò che Agostino operò, in difesa della pace della chiesa, il Signore gli concesse qui in terra la palma e presso di sé gli riservò la corona di giustizia. Così, con l’aiuto di Cristo, di giorno in giorno sempre di più aumentava e si diffondeva l’unità della pace e la fratellanza della chiesa di Dio» (Vita di Agostino 13,1).

Facendo un balzo di vari secoli, nella seconda metà del Duecento troviamo S. Nicola da Tolentino, «gioia per i mesti, pace per i nemici, provvidenza per i poveri, singolare sollievo ai malati»;  a cavallo tra seconda metà del Trecento e inizio Quattrocento rifulge Rita, donna di pace nella Cascia sanguinosa del suo tempo; più o meno nello stesso periodo, a Montefalco Chiara della Croce in punto di morte lascia questa raccomandazione alle sue Sorelle: «Siate umili, obbedienti, pazienti, unite nella carità, e fate sì che Dio sia lodato per mezzo vostro, affinché non si perda l’opera compiuta in voi dal Signore».

Oggi il calendario agostiniano fa memoria di una splendida figura: San Giovanni di san Facondo, frate agostiniano spagnolo (1430-1479): brillante predicatore, coraggioso promotore della pace e della convivenza sociale nella Salamanca dell’epoca, tanto che molto probabilmente venne avvelenato: gli operatori di pace risultano sempre persone scomode.

L’Ufficio delle Letture questa mattina ci ha proposto un meraviglioso brano di S. Agostino che calza a pennello al nostro s. Giovanni di Spagna:

«Chi sono i costruttori di pace? Coloro che procurano la pace. Vedi delle persone in disaccordo tra loro? Sii tra loro operatore di pace. Parla bene del primo al secondo e viceversa. Ascolti del male riguardo a uno di essi da parte dell’altro come da uno che è adirato? Non lo manifestare; dissimula l’insulto ascoltato dall’adirato, da’ un leale consiglio per la concordia. Ma se vuoi essere costruttore di pace tra due tuoi amici che sono in discordia, comincia da te stesso ad essere pacifico: devi mettere in pace te stesso interiormente, dove forse sei in lotta quotidiana con te stesso» (S. Ag., Disc. 53/A,12).

Procurare la pace ad altri è missione scomoda, ardua e tanto necessaria; ne è capace chi sa di aver bisogno anzitutto per sé, nel proprio cuore, di pace, e per questo accetta di affrontare una lotta contro le proprie passioni disordinate, i propri affetti mal riposti, il proprio io che sempre rispunta e non accetta facilmente di sentirsi messo in discussione. Di persone così, che accettano di ricominciare ogni volta dalla terra del proprio cuore per dissodarlo in terreno di pace, c’è tanto bisogno.

Preghiamo san Giovanni di san Facondo perché ci ottenga un cuore disposto a lasciarsi guarire dalle sue interne litigiosità, così da crescere in libertà e coraggio per diventare persone di riconciliazione, di strappi ricuciti, di parole ritrovate dopo pluriennali mutismi, di fraternità recuperata e finalmente riconosciuta, pur dopo tanto dolorosa lontananza.

 

Preghiera: O Dio, autore della pace e fonte di carità, che hai ornato San Giovanni di san Facondo, sacerdote, del dono meraviglioso di comporre le discordie, per i suoi meriti e la sua intercessione, concedici di restare saldi nel tuo amore e di non essere mai separati da te. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

 

Foto: statua di S. Giovanni di san Facondo nella cattedrale di Salamanca (part.).

Invia commento

Prenota il tuo posto