Che si tratti di centinaia di chilometri o di appena pochi metri, un trasloco resta operazione oltremodo dolorosa.
Non solo per la fatica di impacchettare cose, ricordi e oggetti vari. Piuttosto, per la netta percezione che una pagina di vita viene messa alle proprie spalle, e che se ne apre una nuova, zeppa di incognite.
Ricordiamo bene il trasloco che facemmo dalla Casa Madonna del Buon Consiglio al Monastero dove ci troviamo ora: appena quattrocento metri, eppure che dolorosa sensazione abbandonare quegli spazi che ci avevano accolto anni prima e accompagnato in tante vicende! Ci sembrava che non avremmo ritrovato mai più vedute e prospettive come quelle regalate dalle finestre della vecchia casa. Si iniziava altrove e diversamente. Sempre noi, eppure tutto così insolito, inusuale, estraneo persino.
Ci è voluto del tempo per acclimatarci e sentire “nostri” i nuovi spazi.
Anche al cuore è possibile traslocare: le cose di sempre continuano, ma lui si colloca dal versante di Dio. Allora la visuale diviene nitida, ogni volto e ogni voce assumono la loro reale, infinita portata; una serietà profonda è percepita in ogni parola, ogni pensiero. Allora si resta confusi per tutta la vanità che così a lungo ha trattenuto e condizionato; allora ciò che è semplice, umile e povero sa attrarre, riempire di commossa bellezza. E gratitudine, tanta, ad ogni passo.
Signore, dona al nostro cuore la grazia del trasloco:
dalle nostre cose
al tuo versante
così ricco di bellezza
così attraente di grazia
così vero, così semplicemente eterno!
Commento
dSilvio Ruffino dice
1 Marzo 2025 alle 17:53Da quando sono entrato nell’ esperienza missionaria è cambiata la forma del trasloco. Ogni invio è una partenza solo con una valigia. Mettere le cose giuste senza dimenticare quelle davvero importanti, perché non si torna indietro domani a riprenderle. Ogni partenza mi ricorda anche l’ultimo viaggio della vita: sia sempre un’ offerta di amore al Signore con gioia e umiltà.