Alla prima preghiera del mattino è collegata una grazia speciale. Sarà per il silenzio che l’avvolge; sarà per la luce dell’alba, che entra attraverso le alte finestre e si riflette sul muro.
Prendiamo a dipanare i salmi, preghiere sotto forma di poesia, antiche e solenni, così profondamente umane, così altamente sublimi.
Il cuore si raccoglie, dà voce, e intanto il peso di mille premure inizia a tacere.
Il salmo parla di noi, di tutti noi, delle nostre angosce e precarietà, di questo momento così grave e confuso che lascia l’umanità col fiato sospeso:
Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto…
Si dissolvono in fumo i miei giorni
il mio cuore abbattuto come erba inaridisce
i miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco…
Davanti agli occhi del cuore scorrono immagini, volti, nomi, e una geografia punteggiata di dolori.
Il salmo si interrompe. Pausa, silenzio.
Alla ripresa, quello squarcio come di luce che irrompe improvvisa:
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
…
Il Signore si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica…
(dal Sal 101)
Noi, Signore, così contraddittori e cangianti. Ma tu rimani.
Noi veniamo meno. Ma tu rimani.
Noi invecchiamo, ma tu sei perennemente giovane.
Grazie, Signore: al tuo «ma» ci aggrappiamo con forza.
Commento
dSilvio Ruffino dice
4 Marzo 2025 alle 11:06Salmo, mi richiama la preghiera, l’ alternanza dei due cori, il coro della mia vita e il coro di Dio. Tutta la vita, tutte le note salgono all’ incontro con Dio e Dio accoglie ogni cosa perché in Lui trova senso. La lode aperta e solenne per ogni meraviglia ma anche l’invito a gettare in Lui il nostro affanno perché Egli ci aiuterà.. L’ amaro è un buon digestivo anche presso il Signore…