Per la parola di oggi, accogliamo volentieri il suggerimento che ci è arrivato da un’amica.
Dunque, la festa. Il tempo che viviamo sembra andare in direzione decisamente contraria, eppure dentro di noi quella della festa rimane un’esigenza insopprimibile. Qualcosa che ha a che fare col compimento della nostra umanità.
La festa è un’invenzione di Dio a beneficio dell’uomo, perché, dopo sei giorni di monotono e sfibrante lavoro, possa riprendere contatto con la sua interiorità, ritrovi il gusto della relazione con Dio e con gli altri, recuperi lo sguardo della prossimità.
La festa è fatta per noi, perché diventiamo migliori e diversi.
Oggi circola un format di festa che sembra più simile a una performance da sostenere, con tanto di stress connesso, che con la festa vera e propria. Oggi abbondano i bagordi che eccedono ogni limite, ma scarseggia lo spirito della vera festa.
Per fare festa, non occorrono molte cose, ma un requisito è indispensabile: che siamo almeno in due, perché il bello della festa è la partecipazione, la condivisione; c’è una gioia che mi ha toccato, e questa mi ha riempito a tal punto da volerla travasare anche in te.
Gioire con l’altro e per l’altro, gioire del bene dell’altro…
Ma la festa ha anche un risvolto esigente: destabilizza e scomoda. È più facile rimanere nella propria routine; è più facile restare in un cantuccio a rimestare il proprio avvilimento, che rispondere all’invito alla festa: perché fare festa comporta un’estasi, un’uscita da se stessi; richiede la disponibilità a rompere il cerchio del proprio clima interiore per trasferirsi nel clima della festa e farlo proprio.
In monastero, una delle prime sorprendenti scoperte è stata quella dell’abbondare delle feste, legate al calendario liturgico. L’avresti mai detto: il monastero, luogo che educa alla festa.
Ecco allora i fiori più accurati all’altare, e le tovaglie con la piega nuova, profumate di fresco; a pranzo viene preparato il piatto più elaborato, e anche il dolce; si scelgono i canti più belli, da eseguire durante la liturgia; e durante la ricreazione si dà spazio al gioco, al sorriso.
Tutto resta nella sua semplicità eppure tutto è diverso, in un giorno di festa in monastero.
I Vangeli ci fanno assaporare la festa di quel pastore che ritrova la pecorella smarrita; ci introducono nella casa di quella donna che chiama le sue amiche e le vicine per far festa insieme, dopo aver ritrovato una semplice moneta, e in queste piccole gioie umane ci dicono che si riflette qualcosa della grande festa che rallegra il cuore di Dio, contagiosa e diffusiva, «per un solo peccatore che si converte».
La festa non stride col tempo di mestizia che perdura. Nel dolore o nell’incertezza in cui siamo avvolti, conservare lo spirito della festa aiuta a non smarrirsi, ma semmai a ritrovare la nostra giusta collocazione: nel cuore della storia, nel cuore di Dio.
Non lasciamoci rubare la festa.
Commenti(4)
Ranieri Filippelli dice
19 Aprilee 2021 alle 11:52Sono sante parole certe volte è più facile rimanere a cuocersi nei problemi interrottamente sette giorni su sette che fermarsi e dedicare una giornata a fare altre cose che non sono la quotidianità dei giorni della settimana. Condividere un giorno di festa con la comunità parrocchiale o con la famiglia nella semplicità porta a liberare la mente dall’oppressione dei problemi e ci ricarica per affrontare una nuova settimana con lucidità e serenità.
Buona giornata
Giuseppe dice
19 Aprilee 2021 alle 15:50Sì, care sorelle, la vera festa ha un suo “habitus” dove la gioia nasce dalle cose più semplici perché il vero valore è l’incontro con l’altro per rendere il tempo che passa un tempo migliore. Per gioire veramente, penso, sia indispensabile il rispetto di una regola: “Amare le persone e possedere le cose e non possedere le persone e amare le cose.”
Grazie, come sempre!
cinzia dice
19 Aprilee 2021 alle 17:09Bello, la festa è stare a parlare del più e del meno, ritrovare la dimensione di conforto della famiglia, da tempo reso esiguo…grazie, Sorelle!
Costanza dice
19 Aprilee 2021 alle 17:31Grazie sorelle, la mia vera festa è amare l’altro sempre nel nome del Signore ..