Nel sentire comune, le gocce, e in modo speciale le gocce d’acqua, esprimono due polarità: da un lato, l’arduo ai limiti dello sforzo inutile, che non vale la pena; dall’altro, la perseveranza capace di crearsi un varco fra le contrarietà più dure.
Di fronte a imprese di una certa difficoltà, facilmente ci si scoraggia ancor prima di cominciare, giustificandosi dietro le parole: “Cosa vuoi che sia? Solo una goccia in mezzo al mare”.
Ma quando si riscontra che un obiettivo difficile è stato dopo lungo sforzo finalmente raggiunto, allora diciamo, ricorrendo ad una sapienza antichissima: “La goccia scava la roccia”.
A fare la differenza, nelle situazioni del vivere, non sono i mezzi possenti, le forze dispiegate con ostentata grandezza, ma le gocce di quel bene che ogni cuore umano può esprimere. Semplici gocce. Eppure, non insignificanti.
Quanti malati riarsi dalla febbre desiderano il refrigerio di almeno qualche goccia d’acqua sulle labbra…
Una semplice goccia possiede la capacità di rinfrescare, bagnare, lenire, profumare.
Allora: andiamo a scoprire le gocce di bene che in vario modo ci raggiungono, lungo la giornata. Gocce di attenzione; di sorrisi; di benevolenza; di gratuità. Sapendo che anche noi siamo capaci di andare incontro alla “sete” degli altri, attraverso le poche gocce del nostro cuore.
Riversiamole senza il… contagocce, lieti di uno spreco che tutto è, meno che inutile.