Qui a Piana Vernile inizia una ennesima settimana di caldo. Stiamo tutte col fiato sospeso. Ci saranno di nuovo incendi? I giorni scorsi l’aria più di una volta si è fatta acre di fumo; lontani, i bagliori delle fiamme. Cenere un po’ dovunque, portata dal vento. Ti senti impotente di fronte a scenari di devastazione.
L’indomani trovi solo nero. Nero e fumo lì dove prima gli occhi si riposavano nel verde di piante e arbusti. Quel verde di frescura assicurato da alberi silenziosi e irremovibili. Di essi, ormai solo mozziconi.
La cenere segna un punto conclusivo di decomposizione. Ma anche, paradossalmente, un potente concime. Punto di partenza per un nuovo inizio.
Alla “cultura della cenere” non ci rassegniamo.
Riprendiamo ad accarezzare questo suolo bruciato con semi di vita.
Commento
Cinzia Solera dice
9 Agosto 2021 alle 13:50Bella, l’idea della carezza. Per i semi di vita, però, ci vogliono il sudore del piantare e la cura dell’irrigare, e tanta pazienza e trepidazione, nell’aspettare i frutti. È più immediato incenerire. Il fuoco, poi, dà l’illusione della forza, in chi lo sprigiona. Occorre riscoprire la forza mite e tenace del custodire ciò che ci è stato affidato, non dato in sfruttamento.