Il nome ha origine malese, pare, e significa: “albero del paradiso”. Questa pianta si riproduce con estrema rapidità, e ormai non c’è luogo, terreno, crepaccio, dove non attecchisca, un po’ dovunque. Il fatto è che prende piede; cioè, dove arriva e si moltiplica, non lascia spazio ad altre colture. Si diffonde diventando infestante.
Che fare?
Il terreno pietroso si compatta con il secco della stagione estiva, rendendo impossibile l’estirpazione.
Una settimana fa è piovuto abbondantemente. Al punto che la terra non riusciva a bere oltre. Gonfia di acqua, è diventata spugnosa. Tenera, molle.
Adesso sì che è possibile rimuovere tutti i germogli di ailanto. Con dolcezza, delicatezza, prestando attenzione a non strappare, ma scavando fino a raggiungere la radice, sempre aggrovigliata attorno ad una pietra.
Anche nel cuore si possono annidare “piante infestanti”, e sono le più dannose. Una per tutte: quel pensiero che tutto sia vano; che la tua fatica sia inutile; la tentazione del non senso, insomma. Altro che albero del paradiso. Se ti metti a contrastare frontalmente questo pensiero, magari con discorsi e ragionamenti, quello si rafforza e consolida sempre di più. Come quando tenti di estirpare l’ailanto dal terreno durissimo della stagione estiva.
Ma se deponi i tuoi sforzi e accetti di restare così, nella tua impotenza disarmata, ecco che pian piano le lacrime trovano una loro strada per ammorbidire il cuore. E una mano diversa dalla tua, una mano dall’alto, ferita da un foro che la attraversa, con delicatezza divina rimuove dal cuore quel pensiero che lo fa ammalare. Smascherato in tutta la sua falsità da un pianto buono, rigenerante, salutare.
***
Ti ricordiamo il link per sostenere il Progetto di parco giardino al Monastero Sant’Agostino: https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/Monache-Agostiniane-Rossano-progetto-parco-giardino
Commento
Laura dice
20 Settembre 2021 alle 9:21Grazie Sorelle-Amiche!