Geniale. Semplicemente geniale. In una piccola parola, un mondo. Un cammino. Un modo di vivere e di incarnare il Vangelo.

Minorità: questa parola geniale l’ha inventata San Francesco, di cui oggi si celebra la festa liturgica. Si fa festa intorno alla dimensione della minorità, che per lui è stata un’intuizione folgorante. Indossata come un abito nuovo.

Noi conosciamo la minoranza, come fatto quantitativo all’interno di un insieme: essere in minoranza, diciamo, ad esempio.

Conosciamo l’inferiorità: quel sentimento un po’ scomodo che proviamo quando, nel confronto con certe persone, usciamo svantaggiati, perdenti.

Ma la minorità cos’è?

Prova a pensarti in quella stanza al piano superiore, in un indelebile giovedì entrato nella storia. Tu te ne stai lì, seduto attorno ad un tavolo con altri, e capisci ma fino ad un certo punto quello che sta accadendo. Hai i tuoi pensieri, turbamenti, aspettative, come tutti del resto, e ascolti parole che lì per lì non comprendi, ma che sanno raggiungerti dentro.

D’un tratto, il Maestro si alza e viene da te, sì proprio da te, e compie un gesto sconvolgente: si china fino ai tuoi piedi e prende a lavarli. Con delicatezza. Con tenerezza. Con pazienza.

Tu cosa proveresti?

Quel sentimento che affiorò in Francesco contemplando la lavanda dei piedi prese il nome di minorità.

Facciamocela amica.

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