Siamo tutti nella morsa di una grande angoscia: le notizie che ci raggiungono, ogni giorno si fanno più gravi e minacciose. Qualcosa come una nube oscura sembra crescere sempre più all’orizzonte. Vediamo intere città coi loro quartieri pullulanti di vita spazzati via. Intere storie, famiglie, relazioni letteralmente disintegrate. Non rimane più nulla se non una immensa lacerazione.
Per costruire occorre una vita intera; basta un solo attimo per distruggere.
Di fronte a questo scenario, quale spazio ci rimane?
Possiamo smarcarci ancora dal restare spettatori paralizzati dalla paura.
C’è un negoziato che attende noi, proprio noi. Non dobbiamo aspettarlo dai grandi della terra, ma adoperarci in esso, in prima persona.
Quanti piccoli grandi conflitti irrisolti covano, nelle nostre relazioni, e stanno là, lontani ma non sopiti, in sospeso. Che fatica. Volevamo dimenticarli, ma ora comprendiamo che non possiamo continuare senza rimetterli al centro delle nostre attenzioni. Perché non restano innocui, ma continuano a lavorare silenziosamente, come certi mali che corrodono di nascosto il fisico, e quando te ne accorgi è troppo tardi.
La pace su grande scala passa da questa strada obbligata: quella del mio cuore, del tuo, un tempo così vicini, ora tanto distanti. Ma ancora è possibile riavvicinarci.
Il tempo è oggi, non rimandiamo più.