È il momento più solenne: lentamente cala e viene posata sul capo. Tutt’intorno, un silenzio impressionante. Come certi gesti, che per comunicarsi hanno solo bisogno di dirsi così come sono, senza aggiunta di parole: pensiamo all’abbraccio, ad esempio.
E quando finalmente la corona si posa sul capo di quell’uomo ormai anziano, liberante esplode l’hurrà di tutti: un grido di esultanza.
Ha sempre un grande fascino, la liturgia dell’incoronazione di un re. Vi riconosciamo qualcosa di sacro, addirittura. Qualcosa che fa riferimento a Dio.
Ne siamo stati spettatori, ma ecco la notizia ancora più bella: c’è una corona che attende anche noi.
Per tutti coloro che volgono il desiderio del cuore al Padre delle misericordie, è preparata la corona della vita (Gc 1, 12).
Chissà come sarà fragoroso quell’hurrà, quando il Padre celeste, elargendo il premio dell’immortalità, coronerà non i nostri meriti, ma i suoi doni.
Commento
Giuseppe dice
8 Maggio 2023 alle 19:04Care sorelle, davvero grazie per la vostra “perseveranza” nell’invogliarci a volgere lo sguardo verso ciò che di meglio possiamo realizzare nella nostra vita così da poter far nostre, quando il Padre ci chiamerà per nome, le parole di Paolo:
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.”