Era stato scelto fra molti esemplari: bello e promettente, coi suoi rami già carichi di gemme.
L’ippocastano lo avevamo collocato in una posizione di evidenza, all’interno del nostro Giardino.
Arrivò la primavera, e la fioritura non si fece attendere: i grappoli rosacei erano una meraviglia, offerti con ostentata magnificenza dall’albero.
Poi successe qualcosa. Dentro il fusto dell’albero si annidò un insetto che, di nascosto, cominciò a rosicchiargli la vita. A poco a poco l’ippocastano si ammalò: dapprima sfiorì, poi cessò di produrre le foglie, infine seccò del tutto. Restò là in mezzo al giardino, smagrito e ischeletrito: qualcosa di irriconoscibile. Infuriò un vento terribile, che spezzò a metà il suo fusto. Rimaneva una specie di palo secco, spezzato in cima, inservibile e inutile. Non restava altro da fare che levarlo, rimpiazzandolo con una nuova pianta.
Ma ecco cosa accadde: quando il giardiniere andò per togliere l’ippocastano morto, si accorse che proprio sulla cima di quello che era stato il suo fusto, c’era tutto un fermento di vita: piccoli nuovi germogli, le foglie tenere a dischiudersi con coraggio verso il cielo. Quello che sembrava uno stecco morto, rifioriva.
Rinascenza.
Qualcosa di nuovo si fa strada. La memoria del sofferto diventa il substrato per la vita che vuole irrompere. Una vita di qualità nuova.
Rinascenza.
Anche dopo che misteriosi “insetti” interiori sono venuti a rovinare tutto, a rosicchiare e sottrarre vita.
Rinascenza: domandiamola a Dio, il cui desiderio più grande è proprio questo: che riabbiamo vita, a partire da dentro.
Commenti(3)
Pina dice
23 Settembre 2024 alle 11:02Stupende perle. Non dobbiamo mai dare tutto per scontato. Quando facciamo tutto con amore, lì c’è la mano di Dio. Tutto rimane intatto, tutto rinasce. Grazie mille dolcissime sorelle. Dio vi benedica grandemente vi protegga e vi custodisca.
Giovanna Di Giorgio dice
23 Settembre 2024 alle 16:28Bello l’Ippocastano che riprende il suo vigore. Simile situazione si è verificata con il limoneto a casa di Elisabetta. Erano anni che l’albero non dava frutti, germogliava, si sentiva l’odore e basta. Alla potatura annuale la sua sorte era segnata: tagliare! Invece abbiamo voluto temporeggiare e i risultati sono stati…limoni abbondanti e succosi.
Giuseppe dice
29 Settembre 2024 alle 18:55É bello pensare che nella storia dell’ippocastano che ci avete raccontato, Care Sorelle, c’è un elemento essenziale della “rinascenza” che vi somiglia!
Sono le radici, le uniche che lavorando nel silenzio e nel nascondimento possono dare nuova linfa alla vita.
Grazie, carissime!